JPC Quartet presenta un repertorio jazz originale che trae ispirazione dai diversi background musicali di ognuno dei componenti, muovendosi con disinvoltura dalle sonorità aperte di Kenny Wheeler a pezzi swing e dal ritmo serrato, dai toni acidi del funk fino alla musica free. La formazione, composta da due chitarre, contrabbasso e batteria ben si presta a questa varietà espressiva, essendo la chitarra uno strumento estremamente versatile, in grado di cambiare continuamente voce e forma, di funzionare sia come strumento solista che da collegamento tra lead e sezione ritmica. La continua sperimentazione e la curiosità nei confronti di qualunque tipo di forma musicale emergono chiaramente nell’album “ Libra”, di recente uscita per l’etichetta “Palomar Records” del contrabbassista Giovanni Maier.
Le 9 tracce del Cd “Libra”, che vede in qualità di ospite e straordinario interprete il trombettista statunitense J.Kyle Gregory, sono una variegata ma coerente fotografia delle diverse influenze di ciascuno di questi musicisti, in un contesto di collaborazione completa, in cui di volta in volta ciascun componente diventa leader.
La band
- Nicola Privato – chitarra
- Jan Sturiale – chitarra
- Marco Privato – contrabbasso
- Igor Checchini – batteria
Tracklist
- Libra (N. Privato)
- Whirlwinds (N. Privato)
- X-Hort (N. Privato)
- Shapes (N. Privato)
- Intro (M. Privato)
- Whispering (M. Privato)
- Mia (I. Checchini)
- Sun (N. Privato)
- Twang-B (J. Sturiale)
“Non scriverò in merito alla musica in questo cd: immagino sia inutile dal momento che il messaggio è chiaro e trasparente. Tuttavia vorrei sottolineare che sono sempre estremamente felice quando incontro musicisti che hanno un messaggio; è questo che cerco in ognuno, in ogni campo. Si corre spesso il rischio di incontrare persone che hanno bisogno di “dimostrare” qualcosa piuttosto che semplicemente “essere” sè stessi e, di conseguenza, descrivere sè stessi. Premesso questo, sarebbe davvero stupido da parte mia scrivere in merito alle evidenti qualità ed abilità musicali di questi ragazzi. Nonostante le mie “storie” sono molto diverse da queste, sono felice di inserire quest’album nella mia etichetta, proprio per questa ragione. In verità, più che il Fa diesis o il La bemolle, quello che mi interessa di più sono le persone, le loro storie e l’onestà nel raccontarle.”
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